Consulenza domiciliare

Il sostegno alla famiglia della persona affetta da demenza

E’ importante che la famiglia non si senta sola dopo aver appreso la diagnosi.

Fondamentale che la persona possa essere guardata come “persona” e NON come malattia.

Essenziale saper riconoscere bisogni e necessità, anche se diversi dal “prima”.

Necessario ricordare che i “comportamenti problema” altro non sono che la richiesta di ascolto a bisogni non riconosciuti.

E’ importante essere affiancati soprattutto nei primi tempi della malattia.

I primi tempi sono – per un certo verso – i più difficili.

La famiglia

La famiglia è, infatti, costretta a fare i conti con qualcosa che non si aspettava: la malattia.
La malattia ci coglie sempre impreparati, ci getta sempre nello sconforto, ci misura con le nostre fragilità e ci ricorda la nostra condizione di esseri umani molto limitati.

La sofferenza porta sempre in sé le risorse per affrontarla e per realizzare quel cambiamento necessario finalizzato ad attuare strategie e modalità nuove.

Sostenere la famiglia significa confrontarsi e condividere con essa modalità e percorsi, conoscere le storie e le abitudini, entrare un pochino a far parte di quel mondo per estrapolare insieme le risorse e le potenzialità su cui costruire percorsi di sostegno individuali. Tutto ciò al fine di rallentare l’evolversi della malattia.

Poter conservare le autonomie, sentirsi a proprio agio in una casa dentro alla quale sembra esserci solo confusione, potersi sentire ancora una persona capace di svolgere piccoli compiti quotidiani è molto importante per la persona affetta da demenza.

E’ necessario ripensare spazio e tempi, è basilare cambiare prospettiva e chiedersi sempre: “Perché ciò sta accadendo?”.

Porsi in ascolto, farsi domande, non temere che il nostro caro sia strappato via alla realtà o marchiato con un timbro indelebile è imprescindibile.

La malattia NON E’ la persona.

La malattia è qualche cosa che, insieme con la famiglia, si può contenere e controllare accompagnando la persona a scoprire sempre, in ogni momento, le risorse e le abilità mantenute sulle quali edificare percorsi di cura.

La mia consulenza domiciliare

Il lavoro che svolgo da anni è quello di sostenere il caregiver, che sceglie e può curare la persona affetta da demenza in casa, senza ricorrere alla struttura.

Il domicilio è senza dubbio il luogo migliore in cui poter vivere, ma è necessario ripensare bisogni e necessità.

E, soprattutto, è di importanza fondamentale che il caregiver non si senta solo ma, anzi, sia per lui fonte di benessere prendersi cura e stare vicino al proprio caro.
Conoscere strategie e attuare modalità compensative mette entrambi nella condizione di provare maggiore benessere e rinforzare la relazione.

Sentirsi capaci e utili provoca una serie di ricadute positive e ci sollecita a far sempre meglio.

Il periodo di tempo successivo alla diagnosi è molto importante, perché molto si può fare per rallentare il decorso e preservare autostima e benessere.

Il sostegno alla famiglia della persona affetta da demenza

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